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Tra le meraviglie dell'Universo, i buchi neri sono forse quelle più intriganti e misteriose. Negli ultimi dieci venti anni la letteratura divulgativa ha portato questi oggetti all'attenzione del pubblico, ma troppo spesso si è sorvolato o evitato di affrontare un aspetto fondamentale: in altre parole, che queste "cose" non sono né buchi né neri, ma singolarità spazio temporali. Anche se le parole non determinano la natura delle cose, è però vero - come sottolineato da molti scienziati nel passato - che un'appropriata scelta linguistica può semplificare (o al contrario complicare o sviare) la strada nella comprensione della natura. La metafora "buco nero" ha avuto un successo e un impatto immediato, ma è necessario un "riassestamento terminologico", per evitare di deragliare verso immagini controproducenti. Il volume parte da un contesto storico, si snoda attraverso i concetti di base della teoria della relatività e approda alla spiegazione di cosa siano realmente le singolarità spazio temporali, al perché il termine "buco nero" sia troppo riduttivo e fuorviante, e sul perché apra una porta sull'infinito e sullo zero nella fisica.